Chi Sono

Ciao a tutti, sono Alfonso Ziccardi.
Sono nato in un piccolo paese in provincia di Foggia nel febbraio del 1961 e con il grande boom economico sono arrivato qui a Torino con la mia famiglia. Fin da piccolo sono sempre stato vulcanicamente attivo, amante dello sport e della vita all’aria aperta.

Da buon bimbo italiano la mia prima esperienza sportiva è stata legata al calcio, ma ben presto mi sono accorto che non era un ambiente che mi risultava congeniale. Così mi sono approcciato, un po’ per caso un po’ per curiosità ad altre attività che oggi verrebbero classificate come sport minori, ma che garantisco di minore non hanno assolutamente nulla. Il mio grande amore è stato il judo.

Mi ha insegnato molto, in primis ad amare e rispettare me stesso e le persone con le quali vivevo quotidianamente e mi ha radicato la perseveranza e la costanza unita ad un po’ di testardaggine nel perseguire gli obiettivi e i traguardi che mi ero posto. Dopo il judo ho incontrato il tennis tavolo. Ricordo di essermi avvicinato per caso ad un tavolo che stava fuori dalla gelateria che frequentavo da ragazzo assieme al mio gruppo di amici d’infanzia.

Era iniziato per gioco e per gioco sono finito a giocare con un accrocchio malandato di ragazzi come me in uno dei circoli ricreativi collegnesi dove è nata poi la vera passione. Il tennis tavolo da quel momento è diventato parte integrante della mia vita sportiva; ho iniziato a giocare a livello amatoriale, poi federale finché non si decise di fondare una società che appartenesse a noi in tutto e per tutto.
Tuttavia, il parallelo incremento dell’attività lavorativa di giardiniere stava rosicchiando tempo ed energie da dedicare all’attività sportiva in palestra, così, ahimè, sono stato costretto ad abbandonare momentaneamente il tennis tavolo.
Già da qualche anno ero sposato e ho avuto una bellissima piccola peste di figlia e gli impegni che riguardavano lavoro e famiglia mi assorbivano a tal punto da non avere nemmeno tempo per pensare di giocare a ping pong.

Finchè una sera, dopo più di dieci anni dal mio addio alle palestre pongistiche, ho ricevuto una telefonata da un mio ex compagno di squadra che reclamava la mia presenza in campo perché nel loro gruppo mancava un giocatore. Così, un po’ titubante ma fortemente elettrizzato dall’idea di prendere in mano una racchetta ho accettato e ho ripreso a giocare. Con il tempo i nuovi materiali che stavano invadendo il mercato del ping pong professionistico non mi soddisfacevano più, così ho deciso di unire il mio lavoro di giardiniere e la mia passione sportiva per riuscire ad ottenere una racchetta che fosse proprio la mia, adatta alle mie esigenze di giocatore e che mi supportasse laddove il mio gioco ne avesse avuto bisogno.

Ho iniziato un lungo periodo di sperimentazione e di studio sui legni,
sugli spessori e sulle proprietà che ciascuno poteva offrire all’interno
di un telaio e ho iniziato nel mio piccolo magazzino a produrre telai.
Ho anche sperimentato con le fibre di carbonio che stavano
prepotentemente prendendo piede tra i giocatori professionisti e in
effetti hanno avuto un ottimo risultato anche sulla mia produzione.

I miei prodotti hanno infuso curiosità in tutti i miei compagni di squadra e ben presto la voce si è sparsa a macchia d’olio in gran parte degli ambienti pongistici torinesi. Così la mia passione è diventata anche parte integrante della mia attività commerciale.
Poi, circa due anni fa, sono stato costretto ad un secondo distacco forzato dall’attività sportiva per gravi problemi di salute. Nel non potermi muovere di casa le cose che mi mancavano più di tutte erano la palestra e il mio piccolo laboratorio.

Il mio cruccio era di non poter rientrare una volta che fossi guarito. Un trapianto cardiaco non è cosa da poco, ma da settembre sono tornato all’arrembaggio in palestra e adesso il prossimo obiettivo sono le paraolimpiadi. Sembra una impresa titanica, ma con la passione e l’entusiasmo che mi contraddistingue da sempre mi spenderò con tutto me stesso e lavorerò sodo per arrivarci.

Ma questa è un’altra storia.